Biogas a KM 0

La storia di Marco, presidente di Greenway

Si può produrre energia da fonti rinnovabili, utilizzando gli scarti della produzione agricola? Greenway: un successo italiano studiato anche all'estero.

Diciamo sempre che non siamo sul territorio, ma che siamo il territorio. Portare sviluppo alla nostra terra è la filosofia che ci ha spinto ad avviare Greenway, società composta da tre famiglie che lavorano nel settore dell’agricoltura in Friuli.

 

Come è nata Greenway?

Da un incontro tra i futuri soci per capire quali erano i punti di debolezza di ciascuno di noi. Infatti negli ultimi anni il prezzo del latte e del mais era calato drasticamente, ed eravamo consapevoli di dover trovare una nuova forma di agricoltura. Ci siamo resi conto che da soli è impossibile diversificare la produzione al di là delle attività tradizionali. Invece unendo le nostre competenze finanziarie, economiche, agricole e imprenditoriali siamo riusciti a realizzare un modello di agricoltura che funziona: siamo entrati nel settore delle energie rinnovabili.

Questo settore si è rivelato ideale per le caratteristiche delle nostre aziende: avevamo la materia prima, avevamo i mezzi, avevamo le competenze. Ci abbiamo messo il capitale, e siamo riusciti a partire bene già dalla fase di start-up. E nel 2012 abbiamo completato e avviato un impianto per la produzione di biogas, alimentato dalle biomasse di una quindicina di imprese agricole della nostra zona.

 

 

Partire da zero

La fase di start-up non è stata così rischiosa come ci si poteva aspettare, né così complessa da affrontare quanto la burocrazia italiana: quando ti scontri con le sue mille richieste, ti trovi a pensare che è più conveniente mollare. Nonostante questo siamo in un territorio, il Friuli, dove gli enti capiscono gli imprenditori e cercano di agevolarli.

Ho pensato che ce l’avevamo fatta quando abbiamo inaugurato l’impianto invitando i nostri colleghi, proprietari di altre aziende agricole. È stata una celebrazione, ma anche un momento per condividere il processo che ci ha portato a creare un nuovo modello di fare agricoltura. Siamo stati soddisfatti di vedere l’interesse dei colleghi, che hanno compreso la potenzialità di questa “agricoltura 2.0”.

"Il nuovo modello di impresa integra la produzione agricola con quella energetica".

 

Una banca che è il territorio

Siamo soci della BCC da molti anni. Come noi, la BCC non sta sul territorio ma è il territorio: per questo ci capiamo e troviamo le soluzioni adatte. Greenway aveva la necessità di una copertura per le scorte e il magazzino – perchè il primo anno non vendi e non hai ricavi – ed essere sostenuti con un finanziamento per imprese agricole dalla BCC ha permesso all’azienda di partire con il piede giusto.

La BCC è una banca in grado di dialogare con gli imprenditori, perchè tiene in considerazione le persone al di là dei numeri. Anche se la golabalizzazione ha cambiato il ruolo degli istituti bancari, la BCC continua a svolgere una funzione fondamentale per la realtà locale. Infatti persino in un periodo di crisi come quello attuale non ha mai smesso di sostenere il territorio, perchè solo così si potrà creare altra occupazione.

 

 

Un successo da studiare

Greenway ha pochi anni alle spalle, ma è già un case history in Europa. Una cooperativa agricola irlandese ha studiato il nostro caso e ci ha chiesto di aiutarli a sviluppare lo stesso format tra il loro soci. Scoprire di essere un punto di riferimento all’estero è certamente un motivo di orgoglio per Greenway, ma questo episodio è servito soprattutto a dare una spinta alla nostra autostima e a farci capire che siamo sulla giusta strada.

"Siamo felici di mettere le nostre conoscenze e competenze a disposizione dei colleghi che vogliono entrare nel business dell’energia rinnovabile".

 

KM 0

Greenway lavora a km 0: la materia prima per l’impianto a biogas proviene dai terreni di imprese agricole vicine alla centrale, e il fertilizzante organico naturale che risulta dal processo serve per concimare proprio quei terreni. E a km 0 rimane anche la ricchezza prodotta. Infatti il nostro obbiettivo è investire per diminuire le emissioni, facendo lavorare l’economia locale.

Essere il territorio significa lavorare con un codice etico. Per prima cosa significa diminuire l’impatto ambientale: da quando abbiamo avviato l’impianto si sono ridotte significativamente le emissioni di CO2, perchè la nostra energia costa molto di meno all’ambiente rispetto ai tradizionali metodi di produzione. Così riusciamo a dare energia pulita a circa 3000 famiglie l’anno.

Ma essere il territorio significa anche contribuire allo sviluppo del tessuto economico locale e creare nuovi posti di lavoro. Greenway ha una ricaduta di un 1 milione di Euro di PIL sul territorio ogni anno, e attorno all’impianto di biogas si è creata una filiera che da lavoro a circa 35 persone a seconda delle stagioni.
Siamo un’azienda e dobbiamo fare profitto, ma siamo convinti che debba essere fatto in modo pulito e responsabile, e scegliendo il biogas siamo riusciti a ridurre l’inquinamento e a stimolare l’economia del territorio.

 

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