Casa dolce casa

Immaginate di vivere in una casa calda in inverno e fresca in estate, benché sprovvista di termosifoni, caldaie o impianti di climatizzazione in grado di assicurare la giusta temperatura durante tutti i mesi dell’anno.

Una casa climaticamente perfetta, confortevole e a costo energetico pari a zero, o quasi, costruita non per consumare, ma per recuperare energia dall’esterno e non disperderla.

 

di Erika Facciolla (Tuttogreen)
 

Credete sia impossibile? Niente affatto. Questo tipo di abitazione esiste già ed un’invenzione tutta europea. Si tratta dell’ormai celebre casa passiva o ‘Passivhaus’ nata nel 1988 dal genio del suoi ideatori, il fisico tedesco Wolfgang Feist e il ricercatore svedese Bo Adamson, due pionieri nel campo dell’edilizia sostenibile. Non si tratta di un vero e proprio progetto architettonico ma di un concetto abitativo basato su determinati accorgimenti costruttivi e sull’utilizzo di dispositivi in grado di ridurre al minimo il fabbisogno energetico degli edifici.

"un concetto abitativo basato su determinati accorgimenti costruttivi e sull’utilizzo di dispositivi in grado di ridurre al minimo il fabbisogno energetico degli edifici".

Il risultato è un perfetto isolamento termico e un’efficienza energetica tale da rendere quasi superfluo l’uso di altre fonti di calore o di raffreddamento anche durante gli inverni più gelidi. Il segreto? Un mix perfetto di innovazione tecnologica e tradizione artigianale, che poi è anche il fondamento della moderna bioedilizia.

Da quel lontano 1988 ad oggi le case passive si sono evolute e diffuse soprattutto nei paesi dell’Europa Centro-Settentrionale (Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, ecc) e piano piano anche in Francia, Italia, Spagna e, oltreoceano, negli Stati Uniti. Nelle regioni a clima temperato come quelle mediterranee, la strada per approdare ad un adeguamento del progetto originale si è dimostrata più tortuosa e i costi elevati, ma i progetti-pilota in corso di sperimentazione sono tanti e molto promettenti.

 

Casa passiva: come funziona?

Abbiamo detto che dal punto di vista energetico una casa passiva realizza la sua autosufficienza termica mixando dispositivi ‘passivi’, materiali isolanti e altri accorgimenti architettonici senza utilizzare i sistemi di climatizzazione convenzionali. Il calore è ottenuto principalmente dall’irraggiamento solare e dalle strutture stesse della casa.

"una casa passiva realizza la sua autosufficienza termica mixando dispositivi passivi, materiali isolanti e altri accorgimenti architettonici".

Combinando opportunamente tutti questi fattori, il risultato è una resa energetica superiore a quella ottenibile con i più moderni standard dell’edilizia convenzionale.

Ma di quali fattori parliamo esattamente?

  • Luce. Lo sfruttamento della luce naturale è uno dei principi fondamentali della casa passiva. È la luce che filtra da vetrate e finestre ad illuminare anche gli angoli più bui della casa, come disimpegni e scale. Le camere da letto sono orientate in modo da godere del massimo irraggiamento. In estate, tripli vetri e speciali persiane permettono di isolare le stanze dal caldo. In inverno, il calore penetra dalle pareti diffondendosi in maniera costante e uniforme per tutto il giorno.
  • Calore interno. Oltre al sole che filtra dalle finestre in casa ci son già molte fonti di calore a disposizione. Gli elettrodomestici sempre attivi, una lampadina accesa, l’acqua calda che scorre dal rubinetto, il vapore della doccia e perfino i suoi stessi abitanti. Normalmente tutto questo calore resta inutilizzato, ma non in una casa passiva dove il calore prodotto internamente può essere recuperato e riutilizzato per scaldare gli ambienti.
  • Infissi termici. In una casa passiva gli spifferi da porte e finestre semplicemente non esistono. Il vetro montato sugli infissi è triplo e l’isolamento è massimo. Non ci sono tante piccole finestre ma poche ed enormi vetrate che lasciano entrare luce e calore senza più dispersioni. Le pareti sono spesse 30 centimetri e non 10-15 centimetri come nelle case tradizionali, specie quelle perimetrali. Il materiale isolante è scelto per massimizzare lo scambio di calore tra esterno e interno ed è inserito nello strato più esterno della parete e del tetto.
  • Collocazione e forma. Realizzare un perfetto isolamento termico non vuol dire semplicemente utilizzare i materiali adeguati e controllare la tenuta degli infissi, ma progettare l’abitazione dotandola di una forma e di un volume compatto, in modo che mantenga meglio il calore al suo interno. E significa anche posizionare l’edificio in modo ottimale rispetto al sole così che riesca ad assorbire calore durante il giorno e irradiarlo internamente. Dunque, superfici vetrate per le pareti esposte all’irraggiamento e muri spessi 30 centimetri per evitare dispersioni nei punti più freddi e meno assolati.
  • Ventilazione. Aprire una finestra per far cambiare l’aria è un gesto naturale che si compie quotidianamente in ogni casa. Eppure le perdite di calore connesse a questa, per quanto sana, abitudine, sono notevoli. Una casa passiva è dotata di un sistema di ventilazione controllato che provvede al ricircolo dell’aria evitando dispersioni. Si tratta pur sempre di un impianto alimentato elettricamente, ma i consumi sono minimi e l’aria che entra prelevata dall’esterno assorbe oltre l’80% del calore contenuto nell’aria che esce grazie ad un apposito scambiatore di calore collegato all’impianto. E non è tutto. Questo dispositivo uniforma la temperatura in tutti gli ambienti sottraendo calore da stanze come bagno e cucina per trasferirlo a quelle più fredde. Semplice, ma geniale.

 

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Cassa passiva: vantaggi

In termini di risparmio energetico, una casa passiva presenta dei vantaggi enormi. Rispetto ad una casa tradizionale, infatti, consuma il 90% in meno di energia e il 75% in meno di un edificio realizzato in base ai parametri previsti dalla regolamentazione termica vigente. Ciò vuol dire che una villetta costruita su due piani di circa 600 mq consuma in media solo 100 euro l’anno. Una casa passiva con queste caratteristiche, infatti, ha bisogno di 1,5 litri di carburante al metro quadro contro i 12 litri di un’equivalente casa ‘tradizionale’. Un taglio, appunto, del 90%.

"Rispetto ad una casa tradizionale, una casa passiva consuma il 90% in meno di energia".

L’uso di dispositivi e impianti di riscaldamento ‘passivi’ e non ‘attivi’ è una delle chiavi del successo di questo concetto di architettura abitativa basata sul benessere e sulla sostenibilità ambientale. Radiazioni solari, inerzia termica, ventilazione controllata e recupero del calore interno sono le sole fonti (passive) di calore utilizzate.

Ne consegue che una casa passiva è anche un’abitazione ecologicamente più sostenibile e meno impattante perché non disperde calore, consuma poca energia e riduce notevolmente le sue emissioni di Co2. L’energia utilizzata è quella solare, quindi pulita e rinnovabile, e i materiali costruttivi sono quasi sempre legno, bio-mattoni e cementi ecologici.

La casa passiva, inoltre, fa bene alla salute di chi la abita. Già, perché l’impianto di ventilazione meccanica recupera e filtra l’aria, distribuendola negli ambienti priva di tutti gli inquinanti dispersi nell’atmosfera e ad una temperatura sempre costante. Al contrario delle case tradizionali, non ci sono spifferi e sbalzi di temperatura da una stanza all’altra. Il tasso di umidità è piuttosto basso, dunque è più difficile anche la proliferazione di muffe e acari la cui inalazione è collegata a molte malattie respiratorie e allergie.

E visto che la casa passiva è quasi sempre costruita su una struttura portante in legno è anche più sicura. Recenti test antisismici hanno dimostrato che questo materiale ha un’elasticità nettamente superiore ai materiali tradizionali e in caso di danni si ripara con interventi molto più semplici ed economici. Inoltre, non avendo bisogno di essere riscaldata, può fare a meno anche di un impianto a gas, che significa minor rischio di scoppi o incendi.

In virtù del principio di eco-sostenibilità ed efficienza energetica, infine, gli interventi finalizzati alla realizzazione di case passive sono oggetto di incentivi e sgravi fiscali concessi in percentuali variabili dallo Stato.

 

Casa passiva in Italia

Oltre ai costi di realizzazione ancora piuttosto elevati, in Italia la diffusione del concetto di casa passiva è legata ad un problema specifico dei climi temperati. La casa passiva, infatti, è stata ideata per rispondere più precisamente alle esigenze dei climi nord-europei, mediamente più freddi anche durante l’estate, quindi il modello originale non può essere adottato in maniera totale e sistematica. È necessario lavorare ancora ad opportuni adeguamenti perché il sole e l’afa estiva delle nostre latitudini incidono molto sulla valutazione delle scelte progettuali e architettoniche. Occorrono, in pratica, accorgimenti per ombreggiare l’involucro durante le ore più calde in modo da non superare mai i 25°C di temperatura interna, come previsto dagli standard certificativi.

Dal freddo clima teutonico o scandinavo al mite clima della nostra penisola, il passo è dunque molto lungo, ma ciò non ha impedito la realizzazione di molte case passive con standard mediterraneo egualmente efficienti rispetto a quelle tedesche. La prima casa passiva mediterranea realizzata in Italia dalla società BLM Domus è quella di Bollate, in provincia di Milano, ed è un edificio di 400 mq 100% green. L’involucro ad alta efficienza termica è abbinato alle più moderne tecnologie che garantiscono isolamento termico e acustico e una temperatura che in estate non supera mai i 25°C. Il telaio di questa abitazione è in abete lamellare, il cappotto in fibra di legno e i serramenti sono ad alta schermatura e rendimento termico. La strategia passiva adottata ha permesso di sfruttare al massimo il calore prodotto internamente da persone, elettrodomestici in funzione e corpi illuminanti mentre l’impianto di calore aria-acqua provvede al riscaldamento invernale e al rinfrescamento nei mesi estivi. Il tutto è ottimizzato da un sistema di ventilazione meccanica e da un impianto fotovoltaico da 6 kWp che rendono ancora più efficiente la casa.

Anche le Banche del Credito Cooperativo credono nella strategia ‘attiva’ delle case passive e sostengono finanziariamente chi vuole investire in azioni come la riqualificazione energetica degli edifici. Chiunque, infatti, può avere accesso ad finanziamento pensato per migliorare l’efficienza energetica di un immobile o realizzare il proprio progetto ‘green’. Molte BCC italiane offrono prodotti per finanziare l’acquisto o la costruzione di abitazioni energeticamente efficienti e per sostenere gli interventi di ristrutturazione secondo i criteri dell’efficienza energetica e della bioedilizia.

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