Esempi di città sostenibili e smart city

Una città intelligente e sostenibile è un luogo fisico, ma anche uno spazio virtuale, all’interno del quale devono incontrarsi pubblico e privato, istituzioni e cittadinanza, per affrontare problemi, proporre soluzioni, accogliere idee.

di Erika Facciolla (TuttoGreen)

 

Secondo una definizione recente dell’Osservatorio Nazionale delle smart city, la città intelligente è una “proiezione astratta di comunità del futuro, un perimetro applicativo e concettuale definito da un insieme di bisogni che trovano risposte in tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi, quali smart building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health, people e molto altro ancora”.

Rendere smart una città significa, dunque, sottoporla ad una serie di interventi coordinati e finalizzati al miglioramento della sua sostenibilità, energetica e ambientale, e della qualità dei servizi ai cittadini, tale da garantire partecipazione e cittadinanza attiva. In una città davvero smart, insomma, ogni problematica non viene più affrontata singolarmente, ma diventa parte di un sistema complesso e di una nuova visione globale dello spazio urbano.

Perché tutto questo funzioni per davvero, c’è bisogno di una rete integrata, vale a dire una piattaforma comune, coordinata da una unica governance che predisponga i finanziamenti necessari a realizzare quell’identità politica e sociale propria delle smart city.

La presenza di una grande infrastruttura tecnologica è anche ciò che armonizza tutte queste esigenze, generando inclusione, integrazione ed efficienza applicata al vivere quotidiano.

La sfida? Condividere un nuovo modo di intendere e costruire il bene comune nel rispetto del principio di sostenibilità ambientale.

 

La smart city tra presente e futuro

La nostra esistenza si svolge quasi interamente in uno spazio urbano. Viviamo in un ambiente fortemente antropizzato, all’interno di città e metropoli dove si crea ricchezza e prendono vita piccole e grandi economie. Ma sopra ogni altra cosa, si genera competitività: le città capaci di assicurare sia una migliore qualità della vita che spingere le attività economiche, sono destinate a crescere più rapidamente delle altre, favorite dall’aumento della mobilità sociale. Ed è esattamente per questo motivo che il tema della smart city è sempre più al centro delle politiche nazionali e comunitarie.

Quello della città intelligente sembra essere, per l’Italia come per il resto dell’Europa, la risposta più efficace anche ad un altro problema impellente: la riduzione degli sprechi e, con essi, della spesa pubblica.

Le tecnologie avanzate e integrate a tutti i livelli dell’ecosistema urbano sembrano, in tal senso, le uniche in grado sciogliere questo nodo e garantire risparmi considerevoli alle Amministrazioni Pubbliche senza penalizzare la qualità dei servizi offerti, anzi aumentandola.

E anche se il fronte degli scettici è ancora molto compatto, nessuno può negare che tecnologia e l’innovazione stiano già dando prova della loro capacità di creare circoli virtuosi e dinamismo economico.

È vero, i risultati più importanti arriveranno solo tra anni e con l’ausilio di un’ingegneria finanziaria adeguata, ma i progetti-pilota in cui questa rivoluzione sembra essere già ben visibile sono tanti e si moltiplicano proprio davanti ai nostri occhi.

smart city innovazione tecnologica

Smart per davvero

Dicevamo che l’identità della smart city deve essere costruita intorno ad alcuni concetti fondamentali il cui denominatore comune è la sostenibilità ambientale ed energetica.

Building, inclusion, energy, environment, government, living, mobility, education, health, people: sono questi i 10 pilastri sui quali occorrerà edificare il futuro delle città intelligenti.

Tra il dire e il fare, c’è di mezzo anche il nostro impegno, perché se la città è smart i cittadini non possono essere da meno.

Ecco perché la partecipazione diventa un passaggio-chiave di questo processo di trasformazione, che passa attraverso parole come alfabetizzazione informatica, inclusione, formazione, sensibilizzazione e coinvolgimento.

Ed ecco alcuni degli esempi più meritevoli grazie ai quali diverse città italiane –grandi e piccoli centri urbani – hanno mosso i primi passi sulla strada della sostenibilità e del vivere smart.

 

Smart-Building a Savona

Il campus della città ligure è un buon esempio di smart grid universitaria a 360 gradi. Una struttura totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, che usa l’energia geotermica per alimentare il sistema di riscaldamento e quella fotovoltaica per produrre elettricità.

Nel primo caso, il calore viene distribuito negli impianti attraverso una pompa da 45 kWth composta da 8 sonde che percorrono più di 100 metri in profondità nel terreno.

Per l’illuminazione e tutto ciò che concerne l’energia elettrica, c’è un impianto fotovoltaico da 23 kWp.

Un modello di architettura sostenibile davvero intelligente e anche furbo, visto che la gestione dell’energia necessaria ad alimentare i flussi dialoga costantemente con la sala di controllo della del Campus e con la rete di sensori presenti in ogni varco dell’edificio. Il sistema suggerisce in quali aree deviare l’energia prodotta, provvedendo ad attivare e disattivare riscaldamento e corrente elettrica dove e quando serve.

Nella palestra dell’edificio, inoltre, anche gli studenti contribuiscono alla sostenibilità del complesso grazie ad appositi macchinari che trasformano il movimento umano in energia.

Illuminazioni a LED, materiali di ultima generazione per l’isolamento termo-acustico e sistemi per il recupero dell’acqua piovana sono solo alcune delle altre dotazioni che completano la smart identity di questo campus.

Un esperimento, o per meglio dire, un’anticipazione di quello che dovranno essere le abitazioni del futuro: autosufficienti, intelligenti ed ecocompatibili.

Bologna smart city

La e-government di Bologna

Con il suo modello di governance partecipata, Bologna è una delle città più smart dello Stivale.

L’amministrazione comunale ha investito parecchie risorse sulla realizzazione di un’agenda digitale cittadina che garantisca l’accesso gratuito alle reti wifi, il coinvolgimento della cittadinanza nell’agenda politica e amministrativa, l’open data (accesso libero ai dati della Pubblica Amministrazione) e l’innovazione tecnologica a beneficio di startup e nuove imprese.

Alcuni dei progetti già operativi sul territorio metropolitano del capoluogo felsineo riguardano la mobilità pubblica a portata di smartphone, la fornitura di soluzioni tecnologiche di nuova concezione per la produzione di energia elettrica e termica, e una gamma completa di servizi innovativi per la cultura.

Per questo motivo è nata la piattaforma progettuale “Bologna Smart City”, promossa da Comune, Università e Aster (la società consortile dell’Emilia-Romagna per l’innovazione e il trasferimento tecnologico). L’obiettivo è sviluppare soluzioni innovative ed ecosostenibili per la gestione di criticità e problematiche urbane e sociali, mettendo la tecnologia al servizio delle persone.

 

Smart e green: l’energia che muove Genova

Genova è la prima città europea ad essersi aggiudicata tutti e tre i bandi della UE per i finanziamenti alle smart city con altrettanti progetti: TRANSForm, Celsius e R2CITIES.

Il primo è un vero e proprio manuale che insegna a convertire le città in città intelligenti. Operativamente, mette in rete tecnologie e buone pratiche per promuovere una serie di interventi in chiave ecosostenibile. Ad esempio, permette di sfruttare le energie rinnovabili in edifici pubblici e privati.

Il progetto CELSIUS ha consentito, invece, di realizzare una micro-rete energetica di teleriscaldamento e raffreddamento, mentre R2CITIES è lo strumento grazie al quale la città ha dato inizio ad un ambizioso piano di riqualificazione del degradato quartiere periferico della ‘Diga’, a Begato.

Il progetto è attivo anche nel piano energetico ambientale e portuale green port, nato per garantire l’approvvigionamento energetico dell’area portuale del capoluogo ligure a partire da micro-impianti eolici, elettrificazione delle banchine, automazione dei servizi portuali, sviluppo della mobilità elettrica, installazione di impianti fotovoltaici e solari termici sulle coperture degli edifici portuali.

 

Milano4You

Con i suoi tanti centri di ricerca, le imprese e i poli universitari e accademici, Milano ha iniziato a costruire nel 2012 il suo futuro di metropoli “smart”. Come? Attraverso la creazione di gruppi di lavoro tematici corrispondenti ai pilastri tradizionali delle smart city.

Oltre ai passi da gigante che il capoluogo meneghino ha già fatto in queste direzioni, dal 2016 è attivo il progetto “Milano4You” che, già nel nome, sembra sintetizzare perfettamente i principi che ispirano la filosofia del vivere smart: architettura d’avanguardia, concept urbanistici innovativi e a misura di cittadino, sostenibilità ambientale.

L’idea è quella di dar vita ad un vero e proprio smart district in zona di Cascina Merlata, a Rho-Pero, alle porte della città, su un’area da 300.000 mq dove prima c’era l’Expo 2015. “Una combinazione armonica di tre concept – l’hanno definita gli ideatori – dove convergono progetto architettonico, progetto energetico e progetto digitale”.

Uomo e ambiente sono i protagonisti al centro del progetto che mira alla realizzazione di edifici multifunzionali a basso impatto ambientale ed alta efficienza energetica immersi nel verde. Una città a costo zero, o quasi, dove non c’è spazio per gli sprechi e la tecnologia è realmente a servizio dei cittadini per migliorarne la qualità della vita in termini di sicurezza, partecipazione e servizi. È forse questa la città del futuro?

Ferrara smart mobility

Smart mobility: il modello ferrarese

A Ferrara il 32% degli spostamenti complessivi degli abitanti avviene in bicicletta. La città vanta 150 km di piste ciclabili e un programma operativo di interventi per la moderazione e la sicurezza della circolazione, sia in strada che negli spazi pubblici. Per scoraggiare l’uso privato dell’automobile, il Comune estense ha installato diverse postazione di bike sharing e car pooling. Più recentemente, è stato creato un servizio di trasporto merci in bicicletta-cargo e ai poli della città sono attivi parcheggi attrezzati con pannelli fotovoltaici e stazioni di ricarica elettrica.

È proprio qui che ogni anno si tiene la Settimana europea della mobilità, evento di sensibilizzazione sul tema della mobilità sostenibile e della mobilità alternativa all’automobile. Con l’adozione del PAES e del Piano clima, infine, Ferrara punta ad una riduzione del 24% delle emissioni di CO₂ entro il 2020.

 

Mini-smart city crescono

Nel nostro Paese sono quasi sei mila i comuni con meno di 5 mila abitanti coinvolti nel processo di trasformazione e digitalizzazione indotto dall’avvento delle smart city. Cambiamenti che, anche in questo caso puntano, suggeriscono maggiore sostenibilità, come previsto dall’Agenda 2030, e una più spiccata attenzione verso la vivibilità dello spazio urbano.

Prendiamo l’esempio di Torraca, piccolo comune del Cilento con appena 1.246 abitanti. Torraca considerata una vera led city, la prima al Mondo ad essersi dotata di un sistema di illuminazione pubblica completamente a LED. Strade, parchi, gallerie sono illuminate con questa tecnologia a basso impatto che consente di ridurre fino al 60% i consumi elettrici, con buona pace delle vecchie lampade ad incandescenza.

Quella della città smart, insomma, è una scommessa che tutti, anche i più piccoli, devono essere pronti a raccogliere. I paesi intelligent devono cogliere i grandi mutamenti dello scenario globale e applicarli, localmente, ai bisogni specifici del territorio e delle loro comunità. Tecnologie e infrastrutture rimangono fattori imprescindibili, ma a livello locale è fondamentale la collaborazione tra enti, cittadini e imprese. E poi c’è il legame con il territorio che rappresenta un valore inestimabile e che deve essere salvaguardato anche in un’ottica di innovazione.

 

In questo complesso scenario, le Banche del Credito Cooperativo non si limitano a finanziare le iniziative delle comunità, ma suggeriscono spunti, propongono idee e si mettono in gioco per promuovere il territorio dando vita a reti collaborative tra residenti e turisti, tra popolazioni e amministrazioni locali, tra cittadini e imprese. Perché è con il lavoro di tutti che si raggiungono i risultati migliori.

 

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