Il lavoro nelle nostre mani

La storia degli operai e soci Raviplast

Un'azienda in crisi, quattro anni di incertezza, la paura di rimanere a casa senza stipendio: come può un gruppo di operai salvare il proprio lavoro?

Eravamo riuniti in assemblea, informati del progetto di ricomprare l’azienda. Era impossibile non accorgersi che sarebbe stato un impegno a tempo pieno: eppure nessuno si è tirato indietro. Diventare imprenditori dopo essere stati dipendenti è un salto che richiede coraggio. Ma la scelta di investire i nostri risparmi in una cooperativa per rilevare la fabbrica ci faceva meno paura di perdere il lavoro.

 

Quattro anni d’incertezza

Dopo 30 anni di lavoro nella Pansac ho visto la crescita e il declino di questa azienda una volta leader nel settore di imballaggi plastici. Nel 2010 infatti cominciano le difficoltà economiche: il lavoro non manca, ma la Pansac entra in crisi finanziaria a causa della cattiva gestione del proprietario. Iniziano quattro anni duri, anni di incertezza per chi di noi aveva bambini, famiglia, un mutuo per la casa da pagare.


Durante gli anni di amministrazione straordinaria e di cassa integrazione abbiamo vissuto con la paura della chiusura imminente. Non riuscivamo a trovare compratori, e messi alle strette abbiamo realizzato che per salvare il posto di lavoro dovevamo prendere in mano la situazione. Allora abbiamo deciso costituire la Raviplast, società cooperativa, per rilevare la Pansac.

Dipendenti Raviplast

La rinascita della fabbrica

Con l’aiuto delle tre centrali cooperative provinciali (Confcooperative, Legacoop e Agci) abbiamo avviato l’analisi di fattibilità per creare un’azienda solida dal punto di vista finanziario. Siamo stati noi lavoratori con le nostre indennità a costruire il capitale sociale, a cui si sono aggiunti i fondi di sviluppo delle centrali cooperative e i finanziamenti delle banche, tra cui la BCC Ravennate e Imolese.

"Diventare cooperativa per salvare il lavoro è un impegno a tempo pieno. Ma nessun operaio si è tirato indietro".


Dare vita alla cooperativa significa che adesso decisioni come comprare un nuovo macchinario o organizzare i turni di lavoro non vengono dall’alto: si prendono assieme.
Ma è anche una scommessa nelle capacità di ogni lavoratore di impegnarsi più di prima – siamo noi ad essere responsabili dei successi o insuccessi dell’azienda.

Ho lavorato per 30 anni qui, ho pensato spesso che se l’azienda fosse stata mia, mi sarei comportato in modo diverso in molte circostanze. Adesso che l’azienda è in parte anche mia, è l’occasione per mettere in pratica le nostre ambizioni e le nostre idee.

 

I primi risultati sono incoraggianti e guardiamo con speranza al futuro. Con il lavoro nelle nostre mani, è la nostra occasione per dimostrare di cosa siamo capaci.

 

Dipendenti Raviplast

 

 

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