Giovani e con voglia di fare impresa? Andate all’estero per tornare

Quali sono le opportunità per studenti italiani, ricercatori e giovani imprenditori all'estero? Ecco tutti gli incentivi dei Programmi Europei per la mobilità.

Di Cristina Maccarrone

“Quasi quasi me ne vado all’estero”, una frase che in tanti pronunciamo nei momenti più disparati della nostra vita per diversi motivi: vogliamo avere una sorta di exit strategy quando le cose non vanno bene o stiamo iniziando qualcosa di cui non intravediamo il futuro. Così come diventa un’alternativa attraente per chi non riesce a trovare lavoro e rappresenta, per chi sta ancora studiando o ha finalmente appeso il certificato di laurea al muro, la possibilità di fare un periodo fuori prima di iniziare seriamente a cercare lavoro in Italia. Che, poi, non si sa mai che non si resti nel Paese estero trovando un terreno molto più fertile per la ricerca e in genere per la propria professione o la propria idea d’impresa.

Ma quali sono le opportunità per studenti italiani, ricercatori e giovani imprenditori? Quali davvero valide? E soprattutto perché andare all’estero continua ad essere una buona scelta?

Partiamo da quest’ultimo punto per capire perché quella che è una tendenza sicuramente incentivata negli anni dai Programmi Europei per la mobilità, è diventata quasi un percorso obbligato.

Perché l’estero? Per potersi mettersi in gioco…

I motivi? Essenzialmente il volere uscire dalla propria zona comfort e misurarsi con la possibilità di fare un’esperienza in cui tutto è da imparare, cercando di capire fin dove ci si può spingere e allo stesso tempo avere l’occasione di conoscere maggiormente se stessi e le proprie aspirazioni, indipendentemente dal percorso che si è scelto. Accanto a questo: la possibilità di conoscere da vicino realtà diverse e di successo e carpirne i segreti – tanto per citarne uno a caso: la Silicon Valley – e di pari passo potere mettere davvero a frutto le proprie competenze.

… ma anche per rendere il titolo di studio ancora più “efficace”

D’altra parte sono gli stessi dottori di ricerca ad affermarlo in un’indagine compiuta da Almalaurea nel 2015 su un campione di circa 2400 persone a un anno da quando avevano conseguito il titolo. Quel dottorato che infatti in Italia stenta a trovare un suo percorso chiaro e definito, all’estero si trasforma in un titolo “efficace” per il 72% degli intervistati contro il 55% dei colleghi in Italia. Oltre a questo, i dottori che scelgono l’estero lo fanno per i guadagni elevati e soprattutto perché hanno maggiori possibilità di svolgere attività di ricerca. A dirlo ancora i numeri: il 52% lavora come ricercatore o come docente universitario contro il 21% di chi resta al di qua delle Alpi.

Ma i numeri, si sa, sono incompleti senza i contenuti e in tutto questo un grosso peso hanno i vari programmi che consentono a studenti, ricercatori, giovani imprenditori o aspiranti tali di mettersi alla prova, capire come dare una svolta al proprio percorso di studi e come trasformare eventuali progetti di ricerca in attività concrete e magari in startup. Vediamone alcuni.

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Negli Stati Uniti con BEST e Fullbright

E se un programma vi portasse dritti dritti nella Silicon Valley e vi desse la possibilità di mettervi davvero alla prova in quello che è considerato il tempio dell’innovazione tecnologica? Togliete pure i se perché un programma del genere esiste e si chiama BEST (acronimo per Business Exchange and Student Training) e nasce dalla collaborazione tra l’Ambasciata USA in Italia, la Commissione Fullbright in Italia, inVitalia e il consolato italiano di San Francisco. Purtroppo per quest’anno il programma è scaduto di recente (31 marzo), ma potete approfittarne per prepararvi per il prossimo anno. Rivolto ad under 35, con priorità a chi ha una laurea o un dottorato di ricerca in discipline tecnologiche e scientifiche, assegna minimo 3 borse di studio per la frequenza di corsi intensivi in Entrepreneurship and Management della durata di 3 mesi alla Santa Clara University, California, nella Silicon Valley. All’aula si affianca la pratica che prevede uno stage – o visto che siamo in territorio inglese meglio dire internship – anch’esso di 3 mesi all’interno di società americane che operano nella patria delle startup. Visto che è un programma bilaterale, l’esperienza non si esaurisce al di là dell’oceano: previsto un periodo di affiancamento per aiutare i borsisti a sviluppare la loro idea di business in Italia.

E i numeri sono davvero buoni: 80 le persone che hanno partecipato al programma per circa 40 startup create a seguito di questa esperienza. Come dire: impari negli States ma poi torni in Italia e metti a frutto tutto ciò che di meglio hai appreso. Un modo per prendere il meglio dall’estero e favorire lo sviluppo nel nostro Paese.

La commissione Fullbright – che ha appena festeggiato il 70esimo anno di vita – non è sponsor solo del BEST, ma porta avanti numerosi programmi tra l’Italia e gli Stati Uniti: borse di studio per studenti che vogliono fare esperienza nelle università americane, borse di studio per ricercatori (di vario genere) e borse di studio per insegnanti che possono svolgere la loro attività in università che richiedono studiosi italiani e altro ancora. Molti di questi bandi sono tuttora aperti, altri scadono a dicembre o nei primi mesi dell’anno.

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Destinazione Sol Levante con Vulcanus

Non solo Silicon Valley, grazie al programma Vulcanus dell’Eu-Japan Centre for Industrial Cooperation, joint venture cofinanziata dalla Commissione europea e dal Ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, gli studenti italiani – ed europei – possono fare un’esperienza di lavoro all’interno di un’industria giapponese. Il programma, che è rivolto a chi studia o ha studiato in facoltà tecniche o scientifiche, infatti prevede un seminario nel Sol Levante della durata di una settimana, un corso intensivo di lingua giapponese della durata di 4 mesi a cui segue un tirocinio di 8 mesi, per un totale di un anno circa. Il tutto coperto da borsa di studio di 14mila euro che comprende spese di viaggio, soggiorno, alloggio e che privilegia non solo chi conosce bene la lingua inglese e ha un buon curriculum ma soprattutto chi ha una forte motivazione nei confronti del Giappone. La partenza? Di solito a settembre per concludersi ad agosto, la scadenza delle iscrizioni è intorno a gennaio mentre il bando sarà già disponibile da novembre 2017.

Finora Vulcanus, come si legge sul sito, ha coinvolto 9mila alunni con 3 obiettivi tra tutti: dare loro un accesso privilegiato alle tecnologie avanzate dell’industria giapponese, avvicinarli alla cultura nipponica e dare loro modo di acquisire direttamente sul campo la capacità di interagire con il mondo giapponese, sia in ambito lavorativo che interpersonale.

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Sei già un imprenditore? Fai… un Erasmus

E quale migliore opportunità per chi è un giovane imprenditore o aspira ad esserlo che stare fianco a fianco di chi è già affermato e ha una sua azienda? Succede grazie all’Erasmus per giovani imprenditori, un bando europeo che ha come obiettivo quello di rafforzare l’imprenditorialità (iniziare è sempre durissima, specie perché non basta solo l’idea, anzi spesso quella è la minima cosa), sviluppare una mentalità internazionale, la competitività delle PMI e favorire la costruzione di potenziali startup. Il bando dà ogni anno la possibilità a circa 1300 nuovi imprenditori di passare un periodo di massimo 6 mesi in un’azienda estera – che può anche non essere continuo purché il tutto non duri più di un anno – i quali si dovranno attenere a un programma lavorativo/formativo con compiti, responsabilità, risultati attesi, condizioni finanziarie e rispettare le implicazioni legali dello scambio. L’idea è non solo di favorire la condivisione di informazioni e di esperienze nonché di coltivare il networking, ma anche di individuare potenziali partner e sviluppare magari una rete fatta di nuovi imprenditori, imprenditori ospitanti e organizzazioni intermediarie.

Come funziona? Dovete candidarvi sul sito e allo stesso tempo cercare un’organizzazione intermediaria che vi aiuti nella ricerca della “vostra” azienda estera. Se la candidatura sarà accettata, accederete a una banca dati online dove potrete scegliere 5 tra gli imprenditori che aderiscono al programma. Sarà poi l’organizzazione intermediaria ad aiutarvi a trovare quello adatto a voi per uno scambio davvero proficuo. Scadenza: 7 giugno 2017.

Che dite: vale la pena di passare un periodo all’estero?

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