Il futuro delle PMI nel Centro Italia si gioca tra resilienza, voglia di fare, valorizzazione del territorio e innovazione

Tra storie di resilienza, startup e aiuti concreti ecco dove vanno le PMI del Centro Italia, superando la crisi e il terremoto.

Regioni che sono state segnate fortemente dal terremoto ma che non smettono di innovare e dare vita a nuove aziende e che, come dimostrano i dati Cerved e Confindustria, stanno iniziando pian piano a risalire. Tra storie di resilienza, startup e aiuti concreti, ecco dove vanno le PMI del Centro Italia.

di Cristina Maccarrone

Gli ultimi dati presentati da Cerved insieme a Confindustria confermano quello che già si sa: a trainare presente e futuro delle PMI in Italia è sicuramente il Nord Italia.

Stando infatti a quanto dice il rapporto presentato nel maggio scorso, il Nord Ovest, in particolare, è ritornato ai valori pre-crisi mentre, per quanto riguarda il Centro, mancano ancora 2.322 imprese per poter dire che, in effetti, la crisi è stata superata. La ricerca però dimostra che il Centro Italia sta cercando di ritagliarsi un suo ruolo nel panorama delle PMI, nonostante i terremoti del 2016 e del 2017, che sicuramente non hanno aiutato e che, senza scadere in paragoni scontati ma comunque necessari, non hanno colpito il Nord Italia.

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I segnali positivi ci sono e riguardano in primis la nascita delle nuove imprese: un trend positivo che continua dal 2013 e che dimostra che, crisi o non crisi, catastrofi naturali o no, la voglia di scommettere c’è e guida la nostra imprenditoria.

"I numeri senza le storie non riescono a raccontare quanto il Centro Italia stia mettendo in campo per risollevare la sua economia e quanto stia cambiando a livello culturale".

Al Centro si sceglie soprattutto la formula della Srl semplificata che, introdotta nel 2012 e modificata nel 2013, è preferita dal 46,3% delle imprese neonate, molto meno che al Nord Est (34,6%) e al Nord Ovest (28,5%). Alcuni miglioramenti si registrano anche dal punto di vista economico e del fatturato, sebbene anche in questo caso a farla da padrone è il Nord Est con il +2,9%, mentre il Centro si attesta su un +2,2%. C’è anche un miglioramento lento per quanto riguarda la redditività lorda: al Centro siamo al +1,9% contro un Nord Est che ha il 5,5%.
I numeri senza i fatti e le storie non riescono però a raccontare quanto il Centro Italia stia cercando di mettere in campo per risollevare la sua economia e quanto stia cambiando anche a livello culturale.

Vediamo insieme qual è la situazione attuale e quali sono le prospettive per il futuro.

 

Parola d’ordine: innovazione, in ogni settore

Quando si parla di startup, si pensa sempre a Milano o, allargando il cerchio, alla Lombardia. O ancora all’Emilia Romagna. E invece anche il Centro Italia è sempre più protagonista per numero di startup che nascono e conquistano il proprio spazio.

Nella Top 100 delle startup del Belpaese stilata da StartupItalia, per esempio, figura Aspisec, società – con sede a Roma - di intelligence e cyber security fondata nel 2016 da Gianni Cuozzo, oggi 27 enne. Cosa fa? Si occupa di sviluppare soluzioni tecnologiche di cyber security personalizzate, per venire incontro alle esigenze dei vari clienti oltre a soluzioni per la protezione delle infrastrutture critiche (energia e trasporti).

 

Innovazione agroalimentare e riduzione della filiera

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È nata invece nella Maremma Toscana la startup Sfera-Waterfood fondata da Luigi Galimberti 2 anni fa e che si basa su una struttura tecnologica per produrre ortaggi all’insegna della sostenibilità ambientale: la cosiddetta coltivazione idroponica. Consente il risparmio di spazio, il taglio dell’acqua perché si recupera quella piovana (con un risparmio delle risorse idriche del 90%) e meno malattie grazie all’impiego di insetti antagonisti per combattere eventuali parassiti. Una buona pratica “dell’agricoltura di precisione di cui il nostro Paese ha bisogno”, come spiega Galimberti in questo video, “Vogliamo dimostrare che la tecnologia ci aiuta a produrre di più e non lascia residui chimici all’interno del prodotto”.

Una tecnologia usata nella maxiserra di Gavorrano (Grosseto), la più grande di questo genere in Italia, che rappresenta il primo prototipo: 13 ettari destinati in gran parte ai pomodori.
Sfera- Waterfood parte dunque dalla conoscenza del territorio e dell’agricoltura per innovare l’imprenditoria italiana e puntare sulle eccellenze.
Una startup che ha visto il sostegno di Iccrea BancaImpresa insieme ad alcune BCC con un finanziamento di 11,4 milioni e che è riuscita, nel luglio 2017, ad avere ulteriori 7 milioni dal venture capital Oltre Venture. Last but not least,Sfera-Waterfood garantirà direttamente 100 posti di lavoro che, soprattutto nel settore agricolo, non è affatto poco.

Sempre nella Top 100 di StartupItalia e sempre “made in Toscana” è Vino75, l’enoteca digitale che si pone l’obiettivo di semplificare e disintermediare la lunga e complessa filiera di distribuzione delle eccellenze agroalimentari italiane. Nel dettaglio, è una startup che lavora per le PMI per rendere loro più accessibile il canale dell’online.

Le BCC hanno inoltre finanziato 1473 imprese biologiche per un importo di quasi 74 milioni di euro.

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Formazione, complementi d’arredo ecologici e mobilità sostenibile

Fuori dalla Top 100, ma comunque innovativa, c’è SMY Umbria, una Srl nata per l’appunto in Umbria per sostenere il progetto Sustainable Mobility per la mobilità elettrica condivisa. Attraverso la piattaforma di crowdfunding “We are starting”, sono stati raccolti 120mila euro su un target fissato di 40mila. Privati e aziende possono diventare soci in apposite società di scopo regionali-locali che utilizzano le proposte di location e raccolte fondi. Obiettivo: arrivare alla costruzione di 10 stazioni di ricarica per auto elettriche in altrettanti comuni delle province umbre.

Anche le Marche hanno un ruolo importante nel panorama delle startup: stando al registro ufficiale delle startup italiane sono al nono posto con 370 startup e subito dopo Sicilia e Toscana e prima del Trentino Alto Adige (undicesimo posto).

Nelle Marche, tra le realtà innovative, per esempio c’è Talent che è specializzata nella formazione e didattica attraverso l’uso di nuove tecnologie. Una startup con sede a Osimo (Ancona) e che è in realtà una web community per docenti e professionisti dell’educazione oltre che per genitori e studenti e permette di fare una navigazione partendo dal settore di interesse. Ci sono poi tutorial, webinar, ebook e tanto altro.
Sempre “made in Marche” è Armotia, ribattezzata la Tesla delle moto: la startup, creata dagli ingegneri Antonio Ranalli e Andrea Andreucci, infatti, progetta motoveicoli esclusivamente con batterie elettriche.
Conoscete, poi, Kubedesign? È la startup che produce mobili e complementi d’arredo in cartone e collabora anche con lo IED (Istituto Europeo di Design). Nata a Osimo (Ancona), esporta l’80% della sua produzione.

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Droni “made in Italy”

L’elenco potrebbe continuare anche con l’Abruzzo con, per esempio, Eadrone Srl, realtà che progetta, sviluppa e realizza droni “made in Italy” riconosciuta dal Ministero dei Trasporti e che ha un prodotto, il MIODRONE, in esposizione al National Museum di Pechino.

 

Il Molise punta sulle donne

Non è da meno poi il Molise che, per altro, sta mettendo in atto una rivoluzione culturale importante: è infatti la regione con più donne manager, il 28,2% stando a quanto dice un rapporto di Manager Italia.
E in Molise, con esattezza a Pettoranello, paesino di 452 abitanti in provincia di Isernia le donne stanno cercando di rilanciare un’azienda. Undici mamme (che come sappiamo in Italia, quando si parla di lavoro è una cosa da non trascurare) hanno cercato di risollevare la vecchia azienda Ittierre, leader nel settore abbigliamento e accessori creando sulla vecchia struttura la startup CreAzioni Moda.
Come racconta «Il Fatto Quotidiano», la startup è partita dalla collaborazione tra le ex dipendenti in mobilità che nel 2017 hanno lanciato un crowdfunding online. Di recente, al Palazzo della Provincia di Isernia, CreAzioni Moda ha presentato un progetto di formazione finalizzato all’occupazione insieme a THOR formazione, ente riconosciuto dalla regione Molise. Obiettivo? La realizzazione di una “capsule collection” usando tessuti colorati naturalmente.

 

Il futuro delle PMI nel Centro Italia all’insegna della resilienza

"Il futuro delle PMI nel Centro Italia si gioca tra la capacità di innovare delle aziende, le startup, gli aiuti finanziari e la resilienza di chi resta e scommette sul territorio".

Certo, per far sì che queste idee abbiano un futuro sicuramente è fondamentale anche l’aiuto da parte dello Stato. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha di recente pubblicato un nuovo avviso per incentivare le iniziative imprenditoriali nelle zone del terremoto. Destinatari dell’intervento sono infatti le imprese già costituite in forma di società di capitali, le società cooperative e le società localizzate nei Comuni indicati nel bando. Risorse finanziare che possono essere utilizzate per realizzare programmi di investimento produttivo e/o di investimento per la tutela ambientale o programmi occupazionali.
Ma non solo iniziative statali. È di recente partito Risorgimarche, il festival itinerante creato da Neri Marcorè e che BCC sostiene, un esempio di questa volontà di valorizzare il territorio e di puntare sulla rinascita.

Ma oltre a questo, sono tante le storie che “Nel cuore del paese” racconta. Storie di un presente che guarda al futuro cercando di lavorare in continuità con il passato. Come quella di Giancarlo che, con il terremoto del 2016, ha visto completamente distrutto il suo supermercato ad Amatrice e che è stata la prima attività commerciale in paese a riaprire. O quella di Emilio che a Camerino è riuscito, grazie anche al sostegno della BCC dei Sibillini, a riaprire la sua palestra. Solo un piccolo segnale che dimostra che si può ripartire.
Il futuro delle PMI nel Centro Italia indubbiamente si gioca tra la capacità di innovare delle aziende, le startup che nascono e travalicano i confini, gli aiuti finanziari, ma soprattutto la resilienza di chi ha scelto di restare e di scommettere sul territorio.

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