Il “piovego” alpino

La storia degli Alpini di Spera

Dall'impegno e dal lavoro di alpini e volontari nasce una casa sociale a servizio delle associazioni. E dell’intero paese.

Nel nostro gruppo di volontari c’erano le figure indispensabili per i lavori di costruzione: abbiamo idraulici, muratori, elettricisti, carpentieri, pittori. Ognuno ha messo a disposizione le proprie conoscenze professionali e il proprio tempo libero per realizzare la nuova casa degli Alpini di Spera.

Dopo un lungo iter burocratico di svariati anni, nel 2014 abbiamo finalmente posato la prima pietra del nuovo edificio e avviato con le nostre mani i lavori. Tutto è stato fatto gratuitamente, dalla progettazione alla costruzione.
Abbiamo contenuto i costi con il lavoro volontario, ma per i materiali è stato necessario l’aiuto di enti e privati. La Provincia ha coperto una parte delle spese e un contributo importante è arrivato con il finanziamento a tasso zero della Cassa Rurale Valsugana e Tesino.

 

Un lavoro collettivo

Tutto il paese ha partecipato alla costruzione: chi con il lavoro manuale, chi con contributi finanziari, chi con materiali e attrezzi. Dopotutto la casa di Spera non è una sede solo per noi, ma per la comunità. Sin dalla progettazione, la logica era creare un luogo di aggregazione per tutti: ad esempio, nella parte inferiore dell’edificio abbiamo un locale dove le associazioni e il Comune possono riporre le attrezzature al riparo dalle intemperie.

Associazioni e cittadini potranno realizzare eventi ricreativi e culturali, e anche i bambini che vogliono festeggiare il compleanno potranno organizzare festicciole nei locali della casa.

"Il nostro motto è: con la solidarietà alpina e la riscoperta del piovego vogliamo rafforzare lo spirito che ci unisce".

 

Dare senza chiedere

Il “piovego”, il donare lavoro gratuitamente, ha una lunga tradizione da queste parti.
Nel dopoguerra le maestranze realizzarono la Canonica, la scuola elementare del paese, con il loro lavoro volontario. Si formarono così squadre di muratori e carpentieri e si insegnava anche un mestiere ai giovani del paese. Il tutto grazie all’impegno e ai ‘pioveghi’ di tutti quanti potevano contribuire per la riuscita di un un’opera di utilità collettiva.

Siamo orgogliosi di questa storia, siamo orgogliosi di costruire questa casa con le nostre mani e metterla a disposizione della comunità.

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