La luce alla fine del tunnel

La storia di Simona e Lisa

La fotografia non è solo un’immagine, un attimo fissato su carta. Può servire anche per attenuare una perdita, un dolore, per aiutarci a superare un disagio fisico o psicologico.

Può la fotografia essere utilizzata come terapia? è la domanda che mi sono fatta dopo aver imparato a gestire gli attacchi di panico grazie alla fotografia.

La fotografia è una passione e un lavoro: sono consulente di archivi fotografici, oltre che archivista e saggista. Con Lisa – grafico pubblicitario ed esperta di comunicazione, ma soprattutto un’amica – abbiamo pensato di introdurre nuove persone all’arte-terapia. Perciò scegliere il tema della fototerapia per la terza edizione delle Giornate di Fotografia di Morro D’Alba è stato naturale. Con i nostri workshop introduciamo vogliamo far arrivare i partecipanti a esaminare e rivalutare se stessi.

La rappresentazione del Sé tramite la foto è un processo delicato, ma può portare a cambiamenti positivi: possiamo migliorare la nostra vita quotidiana e affrontare le nostre difficoltà. La fotografia diventa lo strumento per ampliare la conoscenza di sé, per cercare di raggiungere l’equilibrio, il proprio benessere.

 

Una cura per immagini

Negli ultimi anni la fotografia è diventata un alleato per la psicoterapia: gli psicologi utilizzano autoritratti, album di famiglia e foto collezionate per approfondire la comprensione e la comunicazione con i loro pazienti. E d’altra parte molti artisti e fotografi utilizzano già inconsciamente l’arte e la fotografia sono terapie.

 

Esporre se stessi

Per noi la fotografia come terapia è mettersi in gioco: per questo ci siamo inventate un nuovo modo di fare la lettura del portfolio. Di solito un professionista è seduto al tavolo e commenta il portfolio dei fotografi: dice che cosa non va nelle foto, nella tecnica, nella serie fotografica.

Abbiamo rovesciato questo processo: i fotografi presentano il portfolio su un tavolo e si aprono al confronto con gli altri. È stato un momento di confronto, di scambio di opinioni, in cui tutti parlano con tutti.

 

"Molti fotografi hanno paura del ‘giudizio’ del pubblico: basta pensare che molti non vanno neanche all’inaugurazione delle loro mostre".

Abbiamo voluto creare un dialogo e mostrare come il confronto sia uno scambio ‘alla pari’, un momento di crescita per tutti. Cerchiamo di mandare via le persone con molte domande, molti dubbi, più che certezze!

 

La scenografia perfetta

Volevamo che l’ambiente fosse parte integrante delle mostre. Volevamo essere nella terra marchigiana, dentro al paese, sulle colline: Morro D’Alba, un paese raccolto e accogliente, è il luogo perfetto.

Il Comune di Morro D’Alba ci ha concesso l’uso degli spazi e degli edifici pubblici, con il contributo a fondo perduto della BCC di Ostra e Morro D’Alba. Altri partner importanti sono stati cantine, aziende agricole e ristoranti locali, con i quali abbiamo stretto convenzioni.

I visitatori da Milano, da Torino, da Roma, sono rimasti stupiti dalla bellezza di questo paese e dall’offerta del territorio. Siamo felici di aver fatto pubblicità alla nostra regione!

fotografia-larga

Crescita personale

Per me le Giornate di Fotografia sono un modo per creare relazioni e per mettere in contatto curatori, artisti e interessati. Mi sento di migliorare ogni anno con il confronto con i visitatori e con i relatori. Certo, organizzare queste giornate richiede molti altri giorni e notti di preparazione febbrile. Ma il momento in cui ho pensato che ne era valsa la pena, è stato quando ho visto i sorrisi dei partecipanti, che mi ringraziavano di aver fatto scoprire loro nuovi artisti, nuovi contatti, e nuovi modi di affrontare il tema della fototerapia.

Leggi la prossima storia in Territori