Le nuove professioni del turismo sostenibile

Guida ambientale escursionistica, animatore ambientale e promoter ecoturistico. Sono solo alcune delle nuove professioni legate a un turismo che ha sempre più a cuore il territorio e che piace sempre più agli Italiani.

Di Cristina Maccarrone

Se siete degli habitué di Airbnb ve ne sarete sicuramente accorti: da qualche mese il portale, che ha cambiato il modo di alloggiare in tutto il mondo, ha aggiunto una novità: le esperienze.
Attività progettate dalla gente del posto che, indifferentemente dal fatto che affitti tutta l’abitazione o semplicemente una camera, intrattiene i turisti anche condividendo una passione, facendo conoscere aspetti diversi di una determinata località, qualcosa che, come Airbnb stesso dice sul sito, “va oltre il semplice tour” e “che gli ospiti non potrebbero facilmente trovare per conto proprio”.

Il portale, ideato nel 2008, ha infatti compiuto un ulteriore passo in avanti rendendo ancora più protagonisti gli host che hanno sì un’altra opportunità di guadagno, ma possono anche dare un loro importante contributo al territorio. D’altra parte, quella dell’host e, di recente, dell’organizzatore di esperienze su Airbnb è uno dei tanti lavori nel mondo del turismo sostenibile che, per chi non lo conoscesse a fondo, è quel tipo di turismo che si sviluppa in modo tale da mantenere vitale un’area per un tempo illimitato. Non altera l’ambiente – naturale ma non solo – e allo stesso tempo protegge e migliora le attività sociali ed economiche.

 

Agli Italiani piace il turismo sostenibile

"Si sente sempre più l’esigenza di professionisti specializzati che mettano al centro il territorio".

Un tipo di turismo che nel Belpaese piace molto, come dicono i numeri dell’ottavo rapporto “Gli Italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”: il 41% lo considera eticamente corretto e il 28% “vicino alla natura”, anche se a praticarlo è ancora solo il 20%. Nel rapporto, che sarà presentato il prossimo settembre a Roma, emergono altri aspetti importanti: per la maggior parte degli Italiani il turismo è un arricchimento culturale (48%), una conoscenza e una esplorazione per il 44% e ad attrarre sono in particolare l’arte, gli eventi e la storia.
Va da sé che, in un clima simile, si sente sempre più l’esigenza di professionisti specializzati che mettano al centro il territorio.
Vediamo insieme quali sono le richieste del mercato.

guida ambientale escursionistica

Guida ambientale escursionistica (G.A.E)

La definizione della guida ambientale escursionistica è di quelle ti fanno innamorare non appena la leggi: una G.A.E è chi “per professione accompagna le persone in Natura, illustrando loro le caratteristiche ambientali e culturali dell’area visitata”. Così si legge sul sito dell’AIGAE, unica associazione nazionale di rappresentanza della professione.

Cosa fa questa guida? Accompagna chi ha voglia di un turismo diverso – che privilegi il vero contatto con il territorio e si allontani dalla massa – alla scoperta di parchi, aree protette, angoli nascosti per farne conoscere gli aspetti naturalistici e storico-culturali. La GAE organizza dei percorsi che prima ha progettato, provato e riprovato: è tutt’altro che un lavoro semplice oltre che faticoso. Inoltre, ha una grande responsabilità: quando accompagna le persone nelle escursioni, a piedi, in bicicletta, a cavallo, ecc., deve conoscere bene il territorio, ma anche i suoi pericoli e garantire sempre che tutto avvenga nella massima sicurezza.

Per fare questo lavoro è sì preferibile avere conoscenze in ambito biologico, ambientale, geologico e agrario, ma è comunque consigliato un corso di preparazione alla professione di oltre 270 ore di lezione, più attività pratica con tanto di esame finale.
Una guida, specie se lavora in proprio, deve anche “masticare” le dinamiche del web e dei social media per promuovere al meglio gli eventi organizzati e per raggiungere un pubblico il più possibile interessato.
La professione è regolata dalla legge 4/2013 che riguarda le professioni “non ordinistiche” e che di fatto la liberalizza senza la necessità di un patentino o altro. Certo è che frequentare un corso fa sì che non ci si improvvisi.

 

Imprenditore agrituristico

Non è una professione nuovissima, ma sicuramente è in grande crescita. A dirlo sono i numeri che, quanto agli agriturismi, dicono che sono 23mila in tutta Italia che accolgono qualcosa come oltre 12 milioni di ospiti. Ospiti che preferiscono la montagna o la collina e soprattutto vogliono stare a contatto con la natura.
Fare impresa con un’azienda agricola è sicuramente redditizio. Ma non basta solo l’ambiente circostante: quel che conta è anche e soprattutto l’ospitalità.
Gestire un agriturismo vuol dire curare il rapporto con le persone, farle sentire a casa, ma soprattutto farle venire a contatto con la campagna, dare loro modo di conoscere da vicino le tradizioni culinarie, ma anche storiche, raccontare il passato e far conoscere il presente.

Inoltre, un imprenditore agrituristico diversifica la sua offerta proponendo eventi culturali, escursioni (può collaborare con la guida ambientale, per esempio), attività didattiche e ricreative. A volte anche solo di un giorno.
Come diventarlo? Avere un diploma di perito agrario o turistico può aiutare, ma poi, visto che si sta facendo impresa, è necessario, per esempio, conoscere cos’è un business plan e sapere come gestire un’attività. Oltre ad avere sempre le antenne drizzate per captare i finanziamenti disponibili. Iniziali ma anche durante il corso dell’attività.

 

Travel designer

Sì, di questi tempi c’è un designer per ogni cosa. E da qualche anno a questa parte, visto che hanno sempre più importanza le esperienze e complici anche le nuove tecnologie, ecco che una nuova figura è emersa anche nel settore turistico. È il travel designer che parte da un’idea di viaggio esperenziale per costruire una tipologia di offerta unica.

Figura a metà tra il programmatore turistico e l’agente viaggi, cura ogni singolo aspetto comprese la fase della promozione e la distribuzione del pacchetto. Se nel farlo tiene conto della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e del territorio, è una figura emergente anche nel turismo sostenibile. Può lavorare insieme a tour operator, oppure come consulente di progetti dedicati a gruppi d’interesse specifici.
Come diventarlo? Frequentando un corso di specializzazione, a Roma o Milano.

 

Animatore ambientale

Tra le professioni emergenti c’è anche quella dell’animatore ambientale, ossia colui che organizza il tempo libero e le attività escursionistiche durante i campi vacanza, detti anche campi avventura. In genere rivolti ai bambini e ai ragazzi tra i 7 e i 25 anni, questi “campi” danno loro un’occasione ravvicinata e di contatto con la natura.
Che tipo di lavoro svolge? Si occupa di progettare e portare avanti attività didattiche e di educazione/formazione in ambito ambientale, di solito in collaborazione con Enti Parco, riserve naturali, eco-musei. Conosce pertanto il territorio, ma deve avere anche capacità di gestire i gruppi, oltre che educative.

product manager del turismo sostenibile

 

Product manager del turismo sostenibile

Anche questa è una figura abbastanza nuova ma non per questo meno importante. Il product manager del turismo sostenibile infatti si occupa di organizzare e gestire le diverse attività commerciali e di marketing legate alla distribuzione di un prodotto. In questo caso è il prodotto turistico che deve avere e dare un alto valore: il compito di un product manager è dunque creare itinerari ad alto impatto sociale e ambientale positivo e farlo prestando particolare attenzione alla produzione agricola biologica, alla gestione delle risorse, alla conversione delle strutture di ospitalità e alla ricaduta sociale sui propri territori.

Una figura di manager tutt’altro che trascurabile, tant’è che stanno aumentando i corsi che mirano a una formazione specifica che si basa sul far conoscere agli aspiranti professionisti i modelli di fruizione del territorio, di mobilità sostenibile, ma anche analizzare e studiare il territorio, sapere fare marketing e promozione.

 

Promoter ecoturistico

Chiudiamo infine questa carrellata con la figura del promoter ecoturistico. Colui che, come dice la parola stessa, sviluppando le capacità imprenditoriali di altri, si occupa di qualificare l’offerta turistica e di diffonderla sul territorio nazionale e fuori dai confini. Offerta che declina in base a target ben definiti e sempre nel rispetto del turismo sostenibile, controllando per esempio le affluenze.
Le sue conoscenze? Indubbiamente è preferibile una laurea in Economia, in Scienze Ambientali o del Turismo, ma sicuramente importante è frequentare uno dei vari corsi ad hoc sul territorio italiano. Inoltre, è bene che abbia competenze di marketing – deve fare promozione – e di comunicazione. E va da sé che deve conoscere a menadito il territorio che promuove.

 

 

 

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